La regione amministrativa italiana Emilia-Romagna riunisce le due regioni storiche Emilia e
Romagna.
Il nome, scritto sempre con il trattino nei propri documenti ufficiali, indica questa unione
tra due territori distinti.
L'Emilia e la Romagna sono due regioni storiche, nel senso che esistono come entità
geografiche da secoli, nonostante, a differenza di altre regioni come ad esempio della
Toscana, non siano mai state entità politiche unite e indipendenti.
Ma per chi non è emiliano o romagnolo, (a volte anche per chi lo è) non è sempre facile
individuare i confini delle due subregioni.
I confini fisici dell'Emilia coincidono in gran parte con quelli
dell'Emilia-Romagna:
le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Ferrara (talvolta erroneamente inclusa
nella Romagna, per via della sua posizione) ne fanno parte completamente;
la Romagna comprende invece le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, quelle più
orientali.
E Bologna, che sta in mezzo?
Il confine naturale tra le due subregioni è considerato il torrente Sillaro, che nasce nella
provincia di Firenze e conclude il suo corso confluendo nel fiume Reno.
Il suo corso separa i comuni che stanno nella parte est, considerati parte della Romagna,
dalla parte occidentale della provincia di Bologna, che contiene anche la città metropolitana,
che si trova in Emilia.
Il comune di Imola, perciò, è in Romagna, così come i comuni di Borgo Tossignano,
Castel del Rio, Dozza, Fontanelice, Mordano e
Casalfiumanese.
Volendo essere ancora più
precisi, non basta nemmeno scendere al livello dei comuni per distinguere l'appartenenza emiliana
o romagnola, poiché la frazione di San Martino in Pedriolo del comune di
Casalfiumanese, trovandosi oltre il Sillaro, sarebbe da considerarsi in Emilia, al contrario
del comune di cui fa parte.
Oltre al torrente Sillaro, a nord-ovest, tra i confini fisici della Romagna troviamo (più o
meno, sul dettaglio ci sono secolari dibattiti) a nord il corso del fiume Reno, dal punto in
cui riceve le acque del torrente Sillaro (in località Bastia) fino alla foce nel Mare
Adriatico.
Dalle sorgenti del Sillaro verso est, il lato meridionale segue lo spartiacque dell'Appennino tosco-romagnolo (la linea immaginaria che divide le zone in cui le acque
si riversano in corsi d'acqua differenti e che quindi passa per le creste e le vette). Le
cime che delimitano la dorsale sono il Monte Bastione, vicino a Pian del Voglio e Sasso di
Castro, vicino a Roncobilaccio.
La linea spartiacque prosegue fino al Monte Maggiore nell'Alpe della Luna (provincia di Arezzo).
Il lato ovest-est corre pressoché in linea retta lungo lo spartiacque fra il torrente Conca e
il fiume Foglia; nodi orografici sono il Sasso di Simone e il Monte Carpegna; poi la Faggiuola
di Monte Cerignone, fino al promontorio di Gabicce Monte-Fiorenzuola di Focara, nel comune di
Pesaro.
Si può vedere quindi come la Romagna storica si estenda anche per un pezzo di Marche,
includendo in parte o interamente alcuni comuni della parte settentrionale della provincia di
Pesaro e Urbino, delle province di Arezzo e Firenze in Toscana, e comprenda anche uno stato
diverso dall'Italia, cioè la Repubblica di San Marino.
In conclusione, inquadrare le regioni storiche Emilia e Romagna tramite i soli confini
amministrativi attuali è piuttosto complicato, poiché le due entità sono principalmente
definite da differenze culturali, stereotipi caratteriali, diverse specialità culinarie e
caratteristiche linguistiche.
Ma nonostante questo, si può cercare di avere un'idea almeno a grandi linee di quali
siano effettivamente le due subregioni che ad oggi sono riunite dall'Emilia-Romagna.